GamePlan Treviso-Virtus: Agent 0 – “Salvezza”

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Da una parte l’istinto di sopravvivenza in una lotta salvezza LBA scombussolata dall’evoluzione della vicenda della Openjobmetis Varese. Dall’altra la volontà di chiudere i conti con una giornata d’anticipo per garantirsi il fattore campo in tutti i Playoff, evitando di proseguire il duello a distanza con l’Olimpia Milano anche nel primo weekend di maggio. Nutribullet Treviso-Virtus Bologna è sfida tra squadre con obiettivi agli antipodi ma necessità dei due punti identiche. Come Nicola proverà a vendicare sportivamente la disfatta del PalaDozza del girone d’andata? Come gestirà le rotazioni pressoché al completo coach Scariolo? Scopriamolo in GamePlan!

 

In biasimo di Jaiteh

Senza Bako out per lombalgia e Teodosic per turnover, Scariolo ritrova dopo tre mesi Isaïa Cordinier. Il francese parte dalla panchina, mentre Shengelia non è coinvolto nelle turnazioni di Scariolo. Sul post del georgiano la Nutribullet decide di zonarsi 3-2, lasciando Invernizzi in marcatura singola ed evitando una circolazione facile in uscita dal mezzo angolo. La pressione sulla palla bolognese è dell’intensità giusta: ICE sui pick&roll laterali di Iroegbu, show di Jaiteh su Banks, stunt aggressivo dalla guardia di lato debole sui blocchi sulla palla in punta. Tra la gestione dello short roll e le difficoltà difensive, l’inizio di Mouhammadou Einstein Jaiteh non tiene fede al secondo nome del francese. Tutti e 13 i primi punti della Nutribullet derivano da lacune difensive del centro ex Torino: lento nelle rotazioni su lato debole di Sorokas, morbido quando puntato nei pick&roll dagli esterni di Nicola, poco intenso nel garantire extra possessi a Faggian.

La zona 2-3 di Treviso

L’obiettivo dichiarato dal primo quarto di Marcelo Nicola è quello di rallentare il ritmo offensivo della Virtus. Per i primi 12″ dei possessi bolognesi la Nutribullet si schiera a zona, principalmente 2-3, per poi passare a uomo nella seconda metà dell’azione e cambiare su tutti i blocchi, prendendo come riferimento l’uomo più vicino in quel momento, interno o esterno che sia. Per sfruttare i mismatch, Scariolo invita anche le guardie a punire il vantaggio di taglia o di mobilità, vedi finalizzazione dal post di Pajola su Jurkatamm o di Mickey su Ellis. Come innescare allora i tiratori per Bologna? Uscite dai blocchi nella prima metà dell’azione, hand off nella seconda. Creare un vantaggio lontano dalla palla prima, sfruttare il movimento sul perimetro nella seconda.

Due vasche da bagno

Il 43-45 di metà secondo quarto è figlio di grandi attacchi, prevedibile per gli ospiti e piacevole sorpresa per i padroni di casa a Villorba. Treviso è abilissima nel leggere gli spazi concessi dalla difesa delle Vu Nere: quando l’altezza del difensore del bloccante è volta più a contenere che ad aggredire Banks e Iroegbu non si fanno pregare dalla lunga; se la difesa di Mickey e di Ojeleye sugli hand off di Sorokas si sbilancia alla ricerca del pallone, il lituano non esita ad attaccare il ferro. Le percentuali di Zanelli e Jurkatamm sono figlie dell’esaltazione del PalaVerde, fattore in potenza più influente di qualsiasi accorgimento. Il personale a disposizione del coach argentino non è tuttavia da prime della classe: se l’agonismo in transizione di Iroegbu e Sorokas non viene cavalcato, allora la difesa off ball di Scariolo avrebbe vita facile negli aiuti e recuperi sulle uscite disegnate per Banks. Il condizionale, però, è d’obbligo: se sono 52 all’intervallo non bastano le % al tiro (53-50-90) come giustificazione, ci sono anche i possessi colpevolmente consegnati a Zanelli e Faggian da mettere nel paniere.

Il pick&roll di Jaiteh

Non appena Jaiteh rimette piede in campo, la dieta offensiva di Treviso cambia radicalmente. Più calma e pazienza alla ricerca della tasca creata dalla drop di Jaiteh: quello spazio viene sfruttato coi movimenti snake (tenere aperto il palleggio gestendo il contatto alle spalle del proprio difensore) di Iroegbu, con le ricezioni tramite pocket pass di Ellis sul roll, con le triple di Banks in arresto e tiro. Se il 14 bianconero riesce a non essere un fattore positivo nonostante la pressione a rimbalzo offensivo, ecco che si spiega il parziale in apertura di terzo quarto.

Toko dà, Toko toglie

Posto che Toko Shengelia, in post e nei pressi del ferro, in LBA non ha un difensore che possa limitarlo con costanza nei 40′ a eccezione di Nik Melli, Treviso è pronta a sfruttare i punti deboli del georgiano: Sorokas lo attacca fronte a canestro, Iroegbu lo coinvolge da difensore del bloccante nel pick&roll, Ellis gli fa assaggiare i kg e i cm in più a rimbalzo offensivo. Evitare che possa agire da battitore libero come difensore in aiuto: detto, fatto.

Dulcis in (linea di) fundo

+4, -12: il saldo recuperate/perse dei primi 30′ è esemplificativo di una diversa concentrazione delle due squadre. 8 tiri presi in più da Treviso nonostante 6 rimbalzi raccolti in meno. Il parziale di 15-1 in favore della Virtus a cavallo tra terzo e quarto quarto come si spiega? Si spiega dallo sfruttamento del tanto a noi caro backdoor: se la pressione sulla palla avversaria porta gli uomini a dare le spalle alla punta per anticipare il movimento sui blocchi e a cercare l’anticipo anche a costo di innescare la rotazione, ecco che la linea di fondo diventa una foresta vergine, rigogliosa, i cui frutti e segreti sono lì da esplorare. Treviso è costretta così a tornare alla 2-3, ritrovando certezze e fiducia. Il quintetto Pajola.Hackett-Cordinier-Shengelia-Ojeleye non garantisce vantaggi sui blocchi, cambiando su tutti i set di Nicola, e capitalizza il bonus raggiunto troppo presto nel quarto, attaccando il ferro con costanza ed efficacia. 16 punti della Virtus nel quarto arrivano da tagli che “leggono” l’anticipo sui blocchi; le triple estemporanee, miracolose e indifendibili di Iroegbu e capitan Zanelli e il miracolo di Adrian Banks portano a +1 Treviso a 2.5 secondi dalla fine.

Rimessa pt.1

Hackett effettua la rimessa, con Faggian che cerca di disturbare qualsiasi linea di passaggio. Tutti i giocatori della Virtus occupano il pitturato: sul lato debole c’è Ojeleye-Invernizzi; sotto il ferro Belinelli-Banks, sulla sua verticale verso il gomito destro Shengelia-Sorokas e Cordinier-Iroegbu. Belinelli, tramite doppio blocco, sale seguito da Banks. Iroegbu si stacca da Cordinier per rallentare l’uscita del Beli e consentire a Banks di togliere la linea di passaggio tra le guardie italiane. Lo spazio sulla linea di fondo viene occupato immediatamente dopo da un blocco orizzontale di Shengelia per Ojeleye. Anche in questo caso Sorokas non cambia, mantenendosi tra Shengelia e il pallone, mentre Invernizzi segue Ojeleye. In punta Banks è incollato a Belinelli, e a meno di un arcobaleno in allontanamento la guardia di San Gioavnni in Persiceto è da escludere dalla contesa. Stesso discorso per la coppia Cordinier-Iroegbu sul gomito destro dell’area trevigiana. A Daniel Hackett rimangono due alternative: un lob per Shengelia nei pressi del ferro o lo scarico per l’uscita verso l’angolo di Ojeleye. Faggian legge lo sguardo di Hackett e cerca di spostarsi di un passo a sinistra, schermando il passaggio per Semi. Nel farlo, tuttavia, pesta la linea laterale. Fallo tecnico e 0-1 di Belinelli. Tutto da rifare.

Rimessa pt.2

Le posizioni e le coppie di partenza sono le stesse. Belinelli finge di uscire verso la punta come prima, invece aspetta che Banks abbia appena superato la linea del blocco di Shengelia per cambiare di 90° il proprio movimento verso l’angolo. Banks rimane sul blocco e chiama il cambio a Sorokas, con quel centesimo di secondo di troppo per evitare che Belinelli possa ricevere pulito a 5 metri dal canestro. Arresto a due tempi destro-sinistro, come solo un magistrale tiratore può fare con così tanta pressione e così poco tempo. Al momento del rilascio la postura è quella di un jumper del riscaldamento: la meccanica è la stessa, sia che si sia sul -1 a 2.2 secondi dal termine sia che si sia nel prepartita. Sorokas contesta il tiro dalla media, Il tiro prende il secondo ferro e Banks recupera il rimbalzo.