Dopo il primo approccio con i media nella presentazione all’Arcoveggio, abbiamo parlato con i tre nuovi acquisti della Virtus Bologna che dovranno dare solidità ed esperienza nel pitturato a coach Sacripanti.
Dejan Kravic ha prodotto la sua miglior prestazione della scorsa stagione contro l’Olympiacos, segno che la competizione non lo preoccupa, così come le nuove sfide:
Sono un lungo a cui piace sfruttare le proprie caratteristiche migliori, ovvero l’atletismo e la verticalità, per questo mi piace molto giocare ad alti ritmi.
Nella scorsa stagione al Panionios abbiamo avuto qualche problema, giocato per non retrocedere e dovuto gestire anche un cambio di allenatore, ma le sfide non mi preoccupano, infatti nella scorsa stagione quando ho giocato contro i top teams mi sono sempre trovato bene e contro i Reds ho prodotto anche la mia miglior prestazione.
Brian Qvale non è nuovo agli impegni europei e ai viaggi lunghi, quindi potrà portare in dote la sua esperienza in squadra:
Non abbiamo ancora deciso con coach Sacripanti quale sarà il mio ruolo nel suo attacco, è ancora troppo presto. Di certo sarà importante prepararsi bene nel corso di questo avvicinamento al campionato ed essere nella migliore forma possibile all’apertura dei giochi, perchè da lì in poi ci si potrà allenare poco.
Avendo vissuto una stagione in Russia tra campionato ed Eurocup non mi preoccupano i viaggi lunghi, perchè l’anno scorso ho probabilmente compiuto quelli più lunghi della mia vita, per questo saprò come gestire la situazione.
Amath M’Baye ha parlato della sua esperienza al massimo livello europeo e come questo l’abbia aiutato a crescere, assieme alle sue prime esperienze di carriera:
L’anno scorso ho giocato l’Eurolega e potrò portare in dote alla squadra questa esperienza. Lì devi avere un grande QI cestisti per poter essere competitivo. Ritengo che il mio ruolo sia quello di ala forte dove ormai gioco da due anni e dove posso creare dei misatch favorevoli. Detto questo non ho grosse preclusioni su quale sarà il mio ruolo. Accetterò ciò che il coach mi chiederà e farò del mio meglio.
A inizio carriera ho giocato tre anni in Giappone che mi hanno permesso di accrescere la fiducia in me stesso permettendomi poi le buone stagioni successive, ma là è concesso sbagliare, mentre in Italia e in Europa soprattutto bisogna migliorare il proprio gioco e cercare di essere il più produttivi possibile.
Interviste raccolte da Nicolò Fiumi