Virtus Bologna-Zalgiris Kaunas, caos e fatica: il gameplan

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Terza sconfitta per la Virtus. La bestia nera dei bolognesi si conferma essere lo Zalgiris Kaunas, 5-0 negli scontri diretti dal ritorno in Eurolega di Bologna. Sconfitta arrivata al termine di una partita che può essere definita solo come caotica. Tra parziali e contro parziali, errori incredibili e ripetuti, percentuali ai liberi disastrose, review arbitrali eterne e spesso superflue. Alla fine ha vinto chi è stato graziato un po’ di più dagli avversari, nonostante i tentativi di farsi vicendevoli favori. Alla Virtus resta lo zero in classifica e un calendario prossimo che non porta niente di buono.

UNA SQUADRA IN MACCHINA, UNA IN BICICLETTA

Il parziale del primo tempo è quello che ha deciso la partita. 44-30 Zalgiris all’intervallo, dopo venti minuti in cui una squadra, quella di Trinchieri, è parsa viaggiare spinta da un motore turbo, mentre l’altra, quella virtussina, faticava a spingere sui pedali di una bicicletta un po’ arrugginita. Nei fatti: ogni volta che la Virtus ha preso un tiro avendo poco equilibrio in campo o a rimbalzo, Kaunas è andata a raccoglier punti in contropiede o transizione con una facilità estrema.

Banalizzando coi numeri, nel primo tempo lo Zalgiris ha segnato 14 punti da 7 possessi in transizione. Nelle prime due partite quei numeri complessivi erano rispettivamente 16 e 15.

Nel secondo tempo la Virtus, allora, ha provato a limitare il contropiede avversario agendo sul proprio attacco. Possessi prolungati, arrivando spesso ai 24″, ritmo controllato, per cercare, innanzi tutto, di spegnere il furore a tutto campo degli ospiti.
Missione compiuta, se è vero che nel secondo tempo lo Zalgiris di punti in transizione non ne ha segnati. E anzi, quasi non ci è andato, con un solo possesso chiuso nei primi otto secondi dell’azione.
La base della rimonta virtussina è stata quella. Ma poi, sul più bello, i polpacci, a forza di spingere sui pedali, si sono induriti.

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n.fiumi
Classe 1985, bolognese di nascita. Folgorato da Danilovic, ammaliato da Ginobili, tradito da Abdul Gaddy. Incidente che mi ha portato a valutare le cose in maniera più disincantata. Classico esempio di paziente affetto dal "Disease". La vita è troppo breve per vedere brutto basket ma, se non c'è altro, il campionato ungherese resta un'ottima opzione.

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