Giusto il tempo di riprendere fiato dall’ennesima serata di gala di EuroLeague e la Segafredo Arena è pronta a ospitare nuovamente una delle pallacanestro più varie ed entusiasmanti d’Europa. A 48 ore di distanza dalla prova di forza e di talento contro il Barcellona, le Vu Nere completano la double week europea non spostandosi da Bologna. Sull’evoluzione e sulle scelte strategiche che hanno mostrato gli staff guidati da Banchi e Kattash in Virtus Segafredo Bologna-Maccabi Playtika Tel Aviv, round 13 di EL, proverà a concentrarsi GamePlan, consueta finestra tattica sulle principali sfide italiane ed europee. Prima di analizzare, quarto dopo quarto, l’andamento della gara, ecco qualche numero per arrivare preparati a ciò che è stato sino alla palla a due e cosa potrà avere un impatto sul parquet in Fiera.
- Con un’efficienza offensiva nella media per la competizione, complice anche l’iniziale assenza di Wade Baldwin, la metà campo nella quale qualsiasi conformazione del Maccabi deve trovare equilibri più stabili è quella difensiva: 116.0 di DefRtg è il 4° peggiore di EuroLeague. Da inizio anno Kattash ha cercato di mescolare continuamente le carte alternando marcature a uomo e a zona, in alcuni casi sin dalla rimessa da fondo avversaria – anche nell’ultima trasferta con l’Asvel si sono viste porzioni di gara di costante 2-2-1 a tutto campo – o anche solo a metà campo, ma nessuna risposta è stata finora particolarmente efficace.
- Anche con questi accorgimenti – la zona dei gialloblù, più che rallentare l’entrata nei giochi avversari, avrebbe lo scopo di forzare un’accelerazione dei possessi, attraverso una palla recuperata o una conclusione rapida dell’attacco avversario – nessuna squadra di EuroLeague gioca tanti possessi di media come il Maccabi: se gli israeliani comandano la classifica (73.9 possessi per 40′), d’altro canto la Virtus ha dimostrato anche nell’ultima gara col Barça come si trovi a suo agio se si alzano i giri del motore (71.3 è il 5° pace del torneo). Che il ricorso alla transizione sia l’antidoto stesso al veleno per le Vu Nere?
- Il vantaggio dell’aumentare i possessi e compensare percentuali dall’arco tutt’altro che eccellenti (32.3% da 3, solo il Bayern ne realizza meno) sta dimostrando dall’inizio EL del Maccabi Tel Aviv l’altro lato della medaglia, quello del limitato controllo della palla a spicchi: solo l’Alba Berlino (20.9%) perde più palloni in rapporto al totale degli attacchi, come testimonia il 19% di Turnover Ratio della squadra di Kattash (2° a parimerito con l’Olimpia Milano).
- Nella gestione dei rimbalzi, che il Maccabi sia un roster estremamente attratto dal ferro avversario e restio nella protezione del proprio è testimoniato dalle graduatorie della percentuale di carambole conquistate: la squadra di Tel Aviv è 1° per rimbalzi offensivi (38.6%) e penultima per rimbalzi difensivi (65.3%, solo il Partizan ne controlla meno). Capacità fisiche e atletiche per mettere pressione al ferro avversario sì, qualità nel fondamentale del tagliafuori decisamente meno.
- Ulteriore testimonianza dei picchi offensivi che può raggiungere l’attacco del Maccabi è la conversione dei set che prevedono le uscite dei tiratori: l’unica voce offensiva in cui la squadra di Kattash raggiunge livelli di eccellenza in EL (1.188 PPP, 83° percentile) è però cavalcata pochissimo (2.7 tentativi a gara), con una particolare coincidenza: secondo il tracciamento di Synergy, col Barcellona è stata l’unica sconfitta in EuroLeague del Maccabi in cui la squadra di Kattash è riuscita a concludere dei set con uscite dai blocchi. In tutte le altre (“in casa” con Real Madrid e Olympiacos e in trasferta a Monte Carlo) le azioni off screen sono state totalmente eliminate (0, 0 e 0!) dai giochi di Brown e compagni.