Abbiamo assisto ad una gara-1 Virtus-Olimpia entusiasmante, che si è decisa dopo un tempo supplementare. Una partita giocata su piccoli dettagli, che hanno fatto la differenza.
Alcune decisioni arbitrali hanno destato qualche perplessità tra i tifosi della Virtus, con tante opinioni discordanti. Per provare a fare chiarezza su questi episodi, come sempre ci affidiamo al giudizio del nostro esperto Silvio Corrias, preciso e puntuale nel darci la sua interpretazione sulle chiamate dei suoi ex colleghi. Come sempre, vi invitiamo a seguire Silvio anche sul suo portale WeRef.
TOKO SHENGELIA (36-39, 4.40 Q3): il georgiano riconosce il mismatch contro Shields e lo attacca in post basso. Il danese spende fallo e, sul proseguo del movimento, Shengelia realizza.
Shengelia riceve in transizione, due palleggi e virata per liberarsi di Shields! Il punto è stabilire se il contatto falloso fischiato a Shields sia la “cintura” col braccio sinistro o uno schiaffetto con la mano destra. Toko mentre inizia la rotazione ha già la mano sotto la palla – raccolta – ma non ha iniziato il movimento delle braccia verso l’alto. Francamente vista la dinamica dell’azione e la lievità dei contatti, considerando anche la fluidità di movimento di Shengelia: il miglior fischio sarebbe stato un “no call” infatti il fischio leva due punti per dare una rimessa e probabilmente aspettando un attimo il non fischio avrebbe “aiutato” il gioco. Una volta fischiato il fallo, si tratta “solo” di stabilire il momento di inizio dell’atto di tiro! Coach Banchi chiede il challenge che per queste giocate non rientra nel protocollo. Probabilmente guardando e riguardando al rallentatore si può cambiare mille volte idea! Ma al momento del fallo Toko ha solo raccolto la palla ma non iniziato il movimento delle braccia verso l’alto, quindi fallo “on the floor” come indicato subito da Giovannetti.