A prescindere dalla conclusione della vicenda Varese, le ambizioni di Trento in ottica LBA Playoffs 2023 continuano a essere più che legittime. La visita alla capolista Virtus Bologna è l’occasione per ottenere 2 punti “imprevisti” nella sfida a distanza con Reyer e Brindisi. Quella della Segafredo Arena, infatti, è l’ultimo match di LBA che i virtussini di Scariolo non hanno potuto preparare, causa impegno infrasettimanale in Eurolega, nello stesso arco di tempo della rivale di giornata. Virtus-Trento è così apparecchiata: che piatto verrà servito da Molin e Scariolo? Scopriamolo con GamePlan!
Mettere in ghiaccio Bologna?
La scelta di Molin è quella di non raddoppiare il post di Shengelia: il georgiano è affidato alla singola cura di Grazulis, con Atkins ad aiutare quando il palleggio di Toko crea un vantaggio. Sul pick&roll laterale, invece, il lettone è invitato all’hedge (uscita al livello del bloccante e recupero in un secondo momento). Nell’altra metà campo Scariolo opta per una difesa ice (drop del difensore del bloccante con il corpo rivolto parallelamente alla linea laterale) sui blocchi sulla palla in entrambi i quarti di campo: l’obiettivo è rallentare la circolazione di Trento, concedendo unicamente il jumper dalla media di Atkins.
All’intervallo lungo @VirtusSegafredo avanti 49-31 contro @AquilaBasketTN.
Per i felsinei già 13 punti a segno per Ojeleye, mentre in casa trentina Crawford è il top scorer con 9.
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L’intensità a disposizione del roster di Scariolo è visibile sin dal primo quarto: la transizione è spinta con vigore e precisione grazie al controllo dei rimbalzi difensivi e la presenza attiva di Jordan Mickey. L’ex Khimki sfrutta al meglio un accoppiamento con altri lunghi dinamici come Atkins e Grazulis, riuscendo a limitare i passaggi a vuoto sulle letture dei pick&roll. La protezione del ferro in aiuto è di primissimo livello: il 36% da 2 della Dolomiti nel primo quarto e il parziale di 8-0 con cui Bologna produce il primo strappo portano la sua firma.
Il ritorno di Pajola
Quanto è mancato Alessandro Pajola a questa Virtus? Un paio di possessi difensivi consecutivi a inizio secondo quarto sono un manifesto chiarissimo: Scariolo può tornare a usare la guardia italiana come battitore libero nelle rotazioni. Puntualissimo sulla seconda linea, leader vocale dei movimenti dei compagni, dynamo incredibile nel mettere pressione sul portatore di palla quando è sulle tracce di Flaccadori.
Raddoppio sì, raddoppio no, Teodosic boh
Se su Shengelia non si raddoppia, su Hackett sì: Flaccadori invita Daniel a ruotare verso la linea di fondo, dove Atkins preclude la visione del canestro. Da lì si innescano le rotazioni. Scelta rischiosa, ma inizialmente paga dividendi. Altrettanto rischiose sono le indicazioni sui pick&roll di Teodosic, non tanto perché i difensori di Trento non siano preparati ma perché se lo chiamano “il mago di Valjevo” un motivo ci sarà: drop, blitz, show, hedge… Tutte le possibili indicazioni non riescono a risolvere il rebus Milos che, in proprio o innescando i compagni, punisce in ogni possesso. Solo il 4/7 da 3 (di cui 3 di Drew Crawford) non fa deragliare Trento, ma il -18 all’intervallo lungo la dice lunga sulla fatica offensiva dei trentini.
Il controllo delle plance
Lockett raccoglie il primo rimbalzo offensivo a 8’29” rimanenti nel terzo quarto: il controllo dei rimbalzi è pienamente nelle mani della Virtus. La stazza di Ojeleye e Shengelia e la qualità dei tagliafuori di Bako rendono la vita facile, rivitalizzando anche un belga apparso sinora ingolfato.
Tentativi maldestri di pressione
Sul 64-40 Molin orchestra il primo aggiustamento difensivo: pressione a tutto campo sin dalla rimessa. Risultato? Belinelli punisce dall’angolo, Ennesima espressione della minima resistenza opposta dalla Dolomiti Energia: la “drop stanca” con cui agevola lo short roll e i ribaltamenti della Virtus è un peccato capitale.