L’Olimpia Milano cade in Lituania, al cospetto di uno Zalgiris che insegue per tutto il primo tempo, ma che viene fuori alla distanza e prende in mano la partita nel corso del terzo quarto. La squadra di casa viene guidata dal duo Evans-Sumner, autori rispettivamente di 20 e 17 punti, in risposta alla grande prestazione di Mirotic. 87-73 il finale.
Evans e Sumner
Nella nostra analisi non possiamo non partire dal duo Evans-Sumner e del loro impatto sulla partita. 20 punti il primo e 17 il secondo, 1,429 e 1,889 ppp e la costante sensazione su tutti i 40 minuti di poter disporre a piacimento della difesa milanese.
Su Evans Messina mette il suo difensore migliore sulla palla, ossia Tonut e opta per la solita difesa hedge contro i grandi handler. La scelta sembra pagare visto il primo tempo in chiaro-scuro del giocatore lituano, ma è solo il preludio a un gran secondo tempo e a un migliore lavoro da parte dei compagni nel giocare contro questa scelta. Forzano il cambio e lui cucina in 1 vs 1 tutti i lunghi di Milano. 5/7 andando al ferro e togliendosi di dosso la staffetta difensiva milanese.
Sumner invece parte marcato da Shields e, dopo un primo tempo abbastanza silente, si accende sfruttando maggiormente un quintetto con lui insieme a Manek, Butkevicius, Evans e Hayes. Campo largo, possibilità di sfruttare le sue doti atletiche per andare al ferro. Nel secondo tempo Trinchieri gli disegna dei pick and roll alti in transizione con Manek, attaccando Mirotic e il cambio di Milano.
L’Olimpia si ritrova improvvisamente con troppi brutti accoppiamenti da gestire e lo Zalgiris prende il controllo della sfida.
Rimbalzi
Nel primo tempo Milano approccia la partita in maniera discreta e, al netto di qualche svarione, dà l’idea di potersela giocare fino alla fine. Ha diversi momenti dove sembra poter prendere in mano la partita, ma per una serie di ragioni non riesce mai a concretizzare i momenti in cui sembra avere il pallino in mano, a partire da una grossa difficoltà a rimbalzo difensivo.
A differenza di quanto si possa pensare, Milano va sotto a rimbalzo non perchè manchi il cosiddetto centrone, ma perchè è costantemente in ritardo sulle rotazioni difensive. Napier e le sue difficoltà a passare sui blocchi, sia sulla palla che lontano dalla palla, costringono i compagni ad aiuti in emergenza e cambi non voluti, con il risultato di avere i migliori rimbalzisti (a partire da Melli), lontano dai tabelloni.
Il resto lo fa la grande pressione a rimbalzo che mettono giocatori come Ulanovas, Sumner, Butkevicius e Manek.
Lo Zalgiris nel primo tempo grazia spesso la squadra di Messina non punendo con le percentuali da fuori, ma diversi attacchi generati dagli accoppiamenti in emergenza dopo il rimbalzo d’attacco hanno permesso alla squadra lituana di rimanere sempre lì e di poter approcciare al meglio il secondo tempo.
Come difendo su Shields
Un altro dei motivi che hanno permesso allo Zalgiris di portare a casa la partita è l’ottimo lavoro fatto su Shavon Shields, il quale ha chiuso la sfida con 11 punti, frutto però di un non eccelso 3/10 dal campo.
Trinchieri individua in Butkevicius l’agente speciale per il danese. Braccia e fisico per stare con lui e oscurare al meglio la visione del canestro nelle azioni di pick and roll. Su questi set offensivi si cerca di forzarlo a sinistra e di sfruttare la duttilità di Ulanovas nelle situazioni in cui l’esterno di Milano gioca il pick and roll con Mirotic. Cambio 3-4, non concedendo mai separazione e togliendo la via verso canestro. Se Shields tira dal palleggio dopo tanti secondi, la difesa ha vinto. Detto-fatto, Shavon non entra mai realmente in partita.
Unica certezza
Nel corso della partita c’è solo una costante offensiva per l’Olimpia Milano: gli 1 vs 1 di Mirotic. Trinchieri accetta il mismatch offensivo e lo svantaggio di centimetri dei suoi difensori, ma non manda mai il raddoppio e concede l’1 vs 1. Scelta in linea con le sue abitudini: uno ne faccia anche venti ma vediamo se la vince da solo.
Milano parte mettendolo dentro tutti i pick and roll di Napier, Shields, Lo e Hall. Se sul pop non succede nulla allora si a cercare avventure in situazioni di post-up dopo aver forzato il cambio o ricevendo un blocco in situazioni di flex-offense per uscire dal lato opposto ogni qual volta la palla veniva ribaltata.
Su questa situazione Ulanovas, Hayes e Butkevicius non hanno mai risposte come testimoniano i 19 punti finali. Il vantaggio di cm e di talento è troppo anche per una batteria di difensori molto validi e una squadra che ha sicuramente preparato la partita contro di lui.
Napier, difesa lituana e altri disastri
Nel tabellino finale della partita Napier risultano 17 punti e un contributo sostanzioso alla fase realizzativa della squadra, ma la partita ha detto che la sua gestione e la sua presenza è stata ai limiti del dannoso nel corso dei quaranta minuti.
La difesa contro lui continua nel solco della tradizione del “mettiamogli un corpo addosso” per togliere visione e lucidità nelle letture e ancora una volta questo aspetto cambia totalmente la partita del play milanese. Trinchieri ruota diversi giocatori, a partire da Giedraitis, per passare ai cambi difensivi con Hayes e Manek. Difesa hedge su tutti i pick and roll e vediamo come se la cava nel leggere il momento in cui il difensore del rollante si stacca e torna sull’uomo. Spoiler: male.
La difficoltà incontrata nella partita si collega una difficoltà ancora più grande e che penalizza fortemente l’attacco dell’Olimpia: l’incapacità di girare l’angolo sul pick and roll. In un momento in cui l’esterno americano fatica a generare attacco dai giochi a due e fatica a punire in isolamento, i suoi sbandamenti difensivi diventano ancora più pesanti da assorbire con il risultato di non dare quasi mai un reale valore aggiunto alla sua squadra.