Come descrivere al meglio l’approccio di una città come Belgrado all’accoglienza dei media di un evento come la Final 4 di BCL? Basta la sequenza cronologica delle indicazioni per ricevere l’accredito per semifinali e finali di Basketball Champions League.
Entrata Est. No, entrata Nord. No, sotto le scale della stessa entrata ma da una porta laterale. No, dall’ingresso 104 ma solo per passare obbligatoriamente al 109, dove arriverà una ragazza a consegnare il cartellino ma “domani torna comunque qui, che non abbiamo finito la procedura”. Confusione, frasi interrotte a metà per poi essere ritrattate, ma pronunciate ugualmente con un sorriso contagioso.
A due anni dalle Final 4 di EuroLeague, la Stark Arena torna a ospitare le fasi finali di una competizione cestistica, stavolta sotto l’egida di FIBA. Con le semifinali previste per la serata del venerdì, nella tarda mattinata del giovedì l’atmosfera è ancora nuvolosa, ingrigita come il cielo della capitale serba: nessuna ciabatta ancora presente nella sala che ospiterà tutti i media accreditati all’evento, credenziali per la connessione WiFi – eufemismo – ballerine, spiegazione di cosa sia effettivamente permesso ai non-rights holders dell’evento come Backdoor Podcast confuse e a tratti paradossali.
Tempo di (non troppo) capire cosa si possa fare e cosa no e la giostra comincia. Fine allenamento di una squadra, giocatori messi a disposizione dei media, conferenze della vigilia dei capitani e degli allenatori. Tutto nella norma, se non fosse per la location delle solite domande e delle solite risposte di sempre.
Novità per la fase finale di una competizione per club, infatti, è il parquet sui quali si disputeranno semifinali e finali a Belgrado. La tecnologia ASB GlassFloor, già testata in tornei giovanili per nazionali, è stata per la prima volta sperimentata dalle squadre nell’antivigilia per la sessione fotografica di rito e nella vigilia per la rifinitura sul campo.
Reazioni e preoccupazioni di giornalisti e appassionati? Figata, ci sarà da capire solo come verranno le foto con tutte queste luci. Reazioni e preoccupazioni di giocatori e coach? Non cambia molto a livello visivo, cambia la temperatura percepita durante lo sforzo. Già, perché non è il disturbo visivo o il diverso piano di rimbalzo ad essere un’incognita, quanto il fatto che il parquet sia… caldo, a causa della presenza di tutti i led che illuminano dal basso il campo e tutto il calore da essi generato. Come captato da coach Navarro (Malaga) a margine della conferenza, anche confrontandosi con – è ancora stranissimo chiamarlo così – coach Spanoulis (Peristeri) è emerso come non sia stato l’ideale non fare “test” precedenti all’evento. Fastidio totale poco, ma poteva essere gestito meglio.
Coerente con la Belgrado, in purezza, mostratasi nell’avvicinamento a queste Final 4 di BCL.