Cantù: nel successo su Verona piccoli refoli per scacciare la cappa

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Credits: Pallacanestro Cantù.

Esiste davvero la “cappa canturina” evocata da coach Cagnardi dopo la sconfitta nella semifinale di Coppa Italia contro Forlì? A giudicare dal sostegno del pubblico all’Acqua San Bernardo Cantù nel sofferto ma vittorioso match del PalaDesio sulla Tezenis Verona (74-69) si direbbe proprio di no. Se invece per “cappa canturina” si intende la pressione esercitata da ambiente e media per l’ambizione di riprendersi un posto ai piani alti del nostro basket, allora va considerata una condizione ambientale fatalmente connessa al fatto di indossare la maglia di Cantù o di esserne seduto sulla panchina. E per scacciare quella cappa non rimane che aprire le finestre delle soluzioni tecniche per cercare di trovare qualche folata di fresca energia che migliori il clima generale: quello che coach Cagnardi, incassata pubblicamente la fiducia della società anche con una lettera del presidente Roberto Allievi pubblicata sulla fanzine ufficiale Biancoblù Magazine, ha in effetti cercato di fare nel posticipo di A2 del lunedì.

Più che di una folata di fresca energia bisogna però per il momento parlare di tanti piccoli refoli, che comunque indicano la consapevolezza da parte di staff e giocatori di dover obbligatoriamente cambiare qualcosa. La partenza in quintetto base di Nwohuocha al posto di Young, per esempio, ha contribuito ad avere sin dall’inizio una diversa intensità difensiva e forse si sarebbe potuto utilizzare anche nell’ultimo quarto il super-fisico di Curtis per cercare di arginare un Ivan Buva debordante al suo esordio con Verona (26 punti, 15 rimbalzi). Anche i minuti del recuperato Cesana hanno contribuito ad aumentare la qualità difensiva, mentre un ritrovato Berdini (7 punti, 2 assist) ha aggiunto brillantezza sul perimetro a una Cantù che proprio nella profondità del roster (dieci uomini utilizzati da coach Cagnardi, partendo dai 9’ di Cesana per arrivare ai 26’ di Baldi Rossi e ai 32’ di Hickey) può e deve trovare quell’energia in più nel finale che ha fatto la differenza contro Verona e che risulta da sempre fondamentale nei frequenti “testa a testa” dei playoff.

In chiaro-scuro, invece, le prestazioni di chi è chiamato per qualità e gerarchie a trascinare l’Acqua San Bernardo. Perché se Hickey è ritornato nei panni del leader (21 punti con 9/15 dal campo, 6 assist e altrettanti palloni recuperati) e Bucarelli ha confermato ancora una volta la sua capacità di combinare intensità difensiva e contributo offensivo (11 punti), Nikolic (4 punti, 2 rimbalzi) ha avuto solo una fiammata in uno spettacolare alley-oop con Hickey e Moraschini (9 punti, con 2/9 al tiro e 4/6 ai liberi) è progressivamente entrato in un negativo approccio mentale che l’ha portato più volte a sbagliare l’appoggio a canestro dopo ottime penetrazioni, riuscendo però poi a ritrovare calma e fiducia per infilare importanti punti dalla lunetta.

Grande difesa, ma serata “no” da oltre l’arco invece per capitan Baldi Rossi (9 punti, con 1/6 da tre), che però nell’ultimo quarto infila la sua unica tripla per il 58-50 che ricaccia indietro Verona e trova nell’ultimo minuto l’uno contro uno del 71-63 che chiude quasi definitivamente i giochi. Messo più che in difficoltà da Buva, rebus irrisolto per la difesa canturina nel colorato alla pari del talentuoso Udom sul perimetro (17, con 5/8 nelle triple), Burns incappa invece in una vera e propria serataccia da zero punti, 3 rimbalzi e… uscita per cinque falli. Mentre Young conferma di avere intraprendenza offensiva e buona mano (13 punti, con 4/6 dal campo), ma di non essere propriamente una presenza sotto i tabelloni: 2 soli rimbalzi contro Verona e una media di 5.67 nella fase a orologio che ricalca i 5.82 della regular season.

Proprio i rimbalzi sono stati la statistica negativa dell’ultimo match dell’Acqua San Bernardo e non solo per la super-prova di Buva: 45 a 29 il bilancio finale a favore della Tezenis. E per Cantù un dato da migliorare già in vista della trasferta sul parquet di Cividale (sabato 30 marzo alle 20), squadra galvanizzata da una striscia di 6 vittorie consecutive e che sta facendo registrare la seconda media più alta della fase a orologio con 40,6 rimbalzi a partita. La migliore? Chiusi, manco a dirlo, con 40,7.

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