Gregor Fucka, l’Airone che volò sul basket italiano

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Fucka
Grafica di H3ml0ck

In Slovenia uno dei monumenti nazionali è il Monte Triglav, o Tricorno se preferite. 2864 metri di imponenza, la vetta più alta delle Alpi Giulie. Lì, ai suoi piedi, trenta chilometri a nord di Lubiana, si adagia un borgo che potrebbe tranquillamente essere lo scenario di un racconto fantasy: Kranj. Trentottomila abitanti ne fanno la terza città slovena, sotto il cui centro storico corre un labirinto di gallerie usate come rifugio per la popolazione, lascito della Seconda Guerra Mondiale. Luogo ricco di storia, rispecchiata dai numerosi palazzi nobiliari presenti, a lungo casa del poeta France Prešeren, e tutt’oggi sede di uno dei carnevali più particolari del paese.

In questo contesto, il 7 agosto 1971, per coincidenza nello stesso condominio di Marko Milic, nasce Gregor Fucka. Quel giorno, ovviamente, nessuno può sapere che quel neonato si trasformerà in un modello di giocatore mai visto fin lì. Diventando una sorta di manifesto ante litteram della strada che il gioco avrebbe intrapreso nel futuro. E ironicamente, pur essendo nato all’ombra di un monumento nazionale sloveno, Gregor la sua parabola cestistica la scriverà diventando un simbolo della pallacanestro Azzurra. Conseguenza, per noi fortunata, di un padre naturale italiano e di uno putativo montenegrino.

La storia sportiva di Gregor Fucka nasce e muove i primi passi, inevitabilmente, nelle fila di una inesauribile succursale di talento come l’Olimpia Lubiana. È lì che coach Vinko Jelovac, nella stagione 1988/89, inizia a far giocare i primi spezzoni di garbage time a quegli scheletrici 215 centimetri a cui stanno attaccate due braccia più simili ad ali. Che da subito lo fanno ribattezzare Airone, per quella forma fisica lunga e dinoccolata e un’andatura inconfondibile. Appena maggiorenne Fucka gioca le sue prime partite coi grandi, accanto a giocatori del calibro di Jure Zdovc, Peter Vilfan, Slavko Kotnik. E da Trieste, percorrendo quei novanta chilometri che la separano da Lubiana, arriva Bogdan Tanjevic a prendere nota.

Bogdan Tanjevic
Boscia Tanjevic: l’uomo decisivo per la carriera di Fucka

Quel dettaglio del papà italiano non gli è sfuggito. Un dettaglio. Perché in realtà il padre di Gregor è sì triestino di nascita ma, giunto in gioventù a Lubiana per studi, è da tutti considerato sloveno al 100%. Avendo, peraltro, anche tutte le sue discendenze profondamente radicate in quel paese. Ma quel cavillo genealogico finisce sul taccuino di Boscia. Che si accorge anche di come, per via di una schiena che gli darà il tormento per tutta la carriera, quell’airone non abbia mai disputato una singola partita con una rappresentativa nazionale slava e sia, dunque, eleggibile per la naturalizzazione italiana. Da lì al pressing a tutto campo per averlo con sé è un attimo.

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n.fiumi
Classe 1985, bolognese di nascita. Folgorato da Danilovic, ammaliato da Ginobili, tradito da Abdul Gaddy. Incidente che mi ha portato a valutare le cose in maniera più disincantata. Classico esempio di paziente affetto dal "Disease". La vita è troppo breve per vedere brutto basket ma, se non c'è altro, il campionato ungherese resta un'ottima opzione.