Al termine della splendida vittoria dell’Italia nel Round of 16 dei mondiali U17 abbiamo avuto l’occasione di intervistare in esclusiva il coach degli azzurrini Giuseppe Mangone.
Coach è stata una grande vittoria quella contro l’Australia, una vittoria in rimonta, siete stati sotto anche di 19 punti. Qual è stata la chiave della vittoria secondo te?
Intanto per una volta siamo stati noi a fare la rimonta e non a subirla, visto che le prime partite siamo stati bravi a prendere dei grandi vantaggi e meno bravi a gestirli. Stiamo salendo di colpi partita dopo partita, ci stiamo unendo, stiamo imparando a soffrire insieme, che era una cosa che un po’ ci mancava.
Le prime sconfitte ci hanno da un lato destabilizzato, dall’altro ci hanno fatto vedere dove potevamo lavorare e quindi questa partita qua è un po’ la partita della svolta, dove ci siamo compattati. Passare a zona ci ha aiutato un po’ a spezzare il loro ritmo, ma la verità è che i ragazzi sono stati bravi a mettere grande coraggio, grande cuore e grande voglia di aiutarsi dietro, al di là di quello che poi abbiamo scelto di fare, quindi siamo andati a un certo punto oltre le nostre possibilità. Abbiamo fatto una rimonta che a un certo punto era veramente insperata, però poi il bello dello sport è che ogni tanto succede e questa volta eravamo dalla parte giusta e ne gioiamo.
A inizio terzo quarto c’è stato un momento quasi di scoramento, nel senso che i ragazzi sembravano anche un pochino arrendevoli, poi è successo qualcosa, forse la zona ha aiutato sicuramente, però cos’è che vi ha permesso fare questo switch?
Sicuro, bisogna dire che l’Australia che è una bellissima squadra, un bellissimo gruppo anche fuori dal campo, perché li vediamo anche in hotel, sono partiti veramente forti nel terzo quarto e noi siamo rimasti un po’ spiazzati a livello di energia. Dopo siamo stati bravi, abbiamo subito questa spallata ma non siamo andati ko, abbiamo vacillato, ci siamo ripresi, poi la verità è che i ragazzi hanno cominciato a parlare, a soffrire insieme e pian piano abbiamo tolto qualche certezza loro. è entrato qualche tiro, perché poi alla fine quello conta, e quindi dopo abbiamo ripreso la fiducia. A questa età, è anche più frequente che ci siano questi momenti di up and down, dove la fiducia va e viene, quindi come è andata via l’abbiamo ripresa e dopo ce la siamo tenuti stretta fino alla fine.
Che obiettivi vi eravate posti a inizio mondiale? Posto che sicuramente essere qui è già un grandissimo risultato..
L’obiettivo che ci eravamo posti era quello di venire qua e giocare bene. Per adesso ci siamo riusciti solo a sprazzi, però siamo entrati nelle prime otto al mondo e non è scontato. Se pensiamo che la Francia, che era una delle grandi favorite, non c’è. Ci sono stati dei risultati strani, c’è una grande fisicità per le squadre che provengono dall’America e dall’Oceania, come l’Australia e la stessa Nuova Zelanda, che erano arrivate tutte e due prime nei loro gironi. Siamo nelle prime otto, secondo me adesso è il momento dove possiamo fare uno step ulteriore nel provare a giocare meglio e allo stesso tempo giochiamo per le posizioni che contano, quindi le motivazioni saranno altissime e non potremo fare altro che giocare bene, non ho dubbi.