Intervista a Ettore Messina: “Tra sogno e realtà” (di Werther Pedrazzi)

1864
Ettore Messina
Grafica di Grazia Cifarelli

L’utopia è come l’orizzonte
Cammino due passi, e si allontana di due passi.
Cammino dieci passi, e si allontana di dieci passi.
L’orizzonte è irraggiungibile.
E allora, a cosa serve l’utopia?
A questo: serve per continuare a camminare.
(Eduardo Galeano)

Cercando il passaggio a Nord Ovest, sfuggendo le insidie dell’era glaciale che ci sta paralizzando, per aprirsi la strada verso un nuovo Mondo.
Travolti dall’idiosincrasia, rigetto, intolleranza, rabbia, e aggiungete pure tutti i cattivi sentimenti di vostra conoscenza, che ci assalgono nei confronti di chi cerca ancora sacchi di grano solo per il proprio mulino, anche in tempo di carestia.
Quelli che chiedono per sè e non per tutti, che non riescono a superare la sindrome dell’accaparramento che finirà per rendere tutti più poveri… Escludendo i pochi che hanno veramente capito l’antifona e l’urgenza, a differenza di quelli che, carenti di sintassi, continuano a scrivere “meritiamo” piuttosto che “avremmo meritato”. Nel qual caso, potremmo accordare loro la comprensione spetta a chi è stato colpito da un destino baro.
Il campo non c’è più.

Spazzato via, dall’uragano, come la casa sulla scogliera della puntata precedente.
Non resta che cercare un nuovo orizzonte.
Applicando l’unico principio possibile: da una difficoltà trarre una nuova opportunità. Punto.
Ovvero, mettere a confronto opinioni per trovare la strada migliore da seguire quando ci sarà una ripartenza.
Magari una via comune, tra Italia, Europa, America… Ascoltando, prima di tutto, chi nella propria carriera abbia accumulato esperienze sia nel nostro campionato che in’Eurolega ed NBA, e possa cercare, qualora esistesse, un filo conduttore, di collegamento, tra questi mondi diversi, verso l’orizzonte di un basket (più) globale.
Quello che virtualmente proponiamo è un osservatorio, un convegno triangolare.
Chi meglio di Ettore Messina per iniziare? Allenatore, che per la prima volta in quel di Milano ha assunto anche il ruolo di presidente operativo, anello di congiunzione tra giocatori e società, “tra palco e realtà” direbbe Ligabue.
Continuando, in prossime puntate, se risponderanno presente, con Gigi Datome e Nicolò Melli, in rappresentanza di giocatori transnazionali”, per chiudere, sempre tra Italia, Europa ed NBA, con un dirigente dal multiforme ingegno come Maurizio Gherardini.
Per iniziare, la parola al prode Ettore.