NBA: Chris Paul è l’uomo mercato, quale sarà il suo futuro?

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Chris Paul
Credits: Oklahoma City Thunder Facebook

La trade orchestrata dai Rockets per portare Russell Westbrook a Houston in cambio – tra gli altri – di Chris Paul, sembrava dovesse segnare l’inizio del declino per i Thunder. O della ricostruzione, per essere più delicati. Ad ogni modo, l’arrivo di un 35enne con un contratto pesantissimo tanto quanto i problemi fisici che lo hanno accompagnato negli anni sembrava in totale controtendenza con la direzione verso la quale Sam Presti voleva accompagnare i Thunder.
E invece, OKC ha trovato il modo di giocare una stagione molto positiva, conclusa con una insperata qualificazione ai playoff; ad oggi, un giocatore apparentemente incompatibile con i piani della franchigia è diventato l’uomo più ambito dalle contender per fare un passo forse decisivo verso la conquista del titolo.

RINATO

CP3 è reduce da una eccellente stagione da leader di un gruppo che, sulla carta, sembrava destinato ad una stagione di sofferenze. Il suo 55.2% di effective field goal, è il secondo miglior dato della carriera (a decimi di punto dal primo, peraltro), anche se con una percentuale di utilizzo non elevata rispetto ai suoi standard (22.8%). L’esperienza dell’ex giocatore di Clippers, Hornets e Rockets si è fatta sentire non solo a parole, ma anche nei fatti, come testimoniano i 3.5 punti di media segnati nel clutch, quinto miglior dato in NBA tra i giocatori con almeno 20 partite dal finale punto a punto. Chris Paul è anche una sorta di maestro Jedi di un’arte caduta in disuso ma che ora si sta riaffacciando alla ribalta, ovvero il tiro dalla media: nell’ultima stagione regolare, il numero 3 dei Thunder ha tirato dalla media con il 52% secondo Cleaning The Glass (che non tiene conto del garbage time), terzo miglior dato della Lega tra i giocatori con almeno 150 tiri di questo tipo tentati.

La cosa più sorprendente, forse, è stata però la sua salute, che lo ha assistito durante tutto l’anno: ha giocato tutte le partite disputate dalla propria squadra, cosa che gli è capitata solo una volta in carriera, nella stagione 2014-15.
Che CP3 sia la migliore point guard di tutti i tempi (Point God, come è soprannominato, non a caso) o no, Paul è ancora un giocatore in grado di gestire alla grande l’attacco di una squadra dando ritmo ed efficienza offensiva. Non è un caso che sia proprio lui il giocatore su cui alcune contender hanno messo gli occhi per sedersi al posto dei Los Angeles Lakers. Ma a chi potrebbe effettivamente fare comodo?

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M.Serra
Nato a Bologna nel 1993, laureato in Lingue e Letterature Straniere. Scrive di NFL e NBA per Ultimo Uomo e Sky Sport. Twitter: ElTrenza93