NBA, l’ascesa di Donovan Mitchell e Shai Gilgeous-Alexander

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La NBA ha già tagliato il traguardo del  25% della regular season, un buon momento per parlare dell’ottimo rendimento di due atleti che con ogni probabilità parteciperanno al prossimo ASG, Donovan Mitchell e Shai Gilgeous-Alexander.
Ci sono diversi tipi di ‘jump’ nella carriera di un giocatore. C’è il rookie che brucia le tappe ed è subito incisivo, la riserva che diventa un role player fondamentale, oppure il giocatore che esplode grazie a un nuovo ambiente. Sono troppi per menzionare tutti, ma è opinione diffusa che il salto più complicato sia uno degli ultimi; il passaggio da stella a vero e proprio giocatore franchigia, da ‘semplice’ All Star a difference maker. 

 

DONOVAN MITCHELL

Se per SGA siamo davanti a una progressione ‘classica’ e per molti versi attesa, nel caso di Mitchell c’è un cambio di squadra e di Conference. Da Salt Lake City a Cleveland.

 

“Non è in nessun modo una critica verso i Jazz, ma ora mi diverto di nuovo in campo, è un aspetto molto importante. A volte un nuovo inizio è tutto ciò di cui si ha bisogno “

 

L’ex Louisville è ormai da tempo uno dei migliori realizzatori della lega dal pick’n’roll, soluzione che utilizza per costruire oltre il 40% delle sue conclusioni (1.15 punti per possesso, 95th percentile). Oltre all’esplosività che lo contraddistingue Mitchell ha un notevole ‘in-between game’,con un jumper dal palleggio letteralmente devastante in questa prima parte di regular season:

 

 

Ai Cavs la guardia ha trovato un gruppo giovane e ricco di talento, che ama correre quando ne ha la possibilità.

Lo stop di Darius Garland in parte lo ha agevolato, permettendogli di entrare in sintonia con i compagni gestendo fin dal via un gran numero di possessi. C’è però il rovescio della medaglia, che riguarda la chimica tra i due leader del team. Ingrediente fondamentale per massimizzare il potenziale del gruppo, meccanismi che si oliano soprattutto quando si è insieme sul parquet. Due handler/creatori del genere, con big man ottimi sia nel roll che nel pop, offrono una serie di possibilità tattiche che possono mandare in crisi qualsiasi difesa.

 

SHAI GILGEOUS-ALEXANDER

Mentre Mitchell ha nel jumper la sua arma principale, Shai Gilgeous-Alexander preferisce attaccare l’area ad ogni occasione.

SGA ha una serie aperta di 6 partite oltre i 30 punti, in cui ha dimostrato una volta di più di essere già uno scorer di razza:

 

L’atleta canadese, che nel suo secondo anno tra i pro ha avuto la fortuna di imparare il mestiere da un certo Chris Paul, sta allargando il suo range di tiro ed è già una garanzia dalla media distanza. Il prossimo passo ovviamente riguarda il jumper dai 3 punti, sia in termini di volume che di efficienza.

In questo senso probabilmente incide il fatto che OKC è ancora indietro nel processo di rebuilding rispetto ai Cavs, anche se non soprattutto a causa dell’assenza di una vera seconda opzione in grado di alleggerire il notevole carico di responsabilità sulle spalle del 24enne ex Kentucky. Basti pensare che il secondo miglior realizzatore a disposizione di coach Daigneault (Lu Dort) segna meno della metà dei 31.1 punti che manda abitualmente a referto SGA. L’australiano Giddey, per quanto rimanga un ottimo prospetto, non è la classica spalla. Le antenne di Presti sono rivolte al futuro, nella prossima stagione ci sarà il debutto di Chet Holmgren (UNICORN ALERT!) più eventuali rinforzi tra Draft e offseason. Qualcuno ha detto Victor Wembanyama?