NBA Rookies: il punto su Doncic e la Draft Class 2018

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Doncic

Ogni anno le varie fan base dei team NBA aspettano impazienti il debutto dei rookies, tutti sperano di aver fatto lo steal del secolo, o perlomeno di avere tra le mani un altro “pezzo’ di quel complicato puzzle che bisogna ultimare per arrivare a giocarsi il titolo.

Siamo circa a metà stagione, troppo presto per trarre qualunque tipo di conclusione –Per quelle possono servire anche molti anni, Victor Oladipo insegna…- , ma abbiamo una discreta base per fare un primo bilancio.
Niente promossi e bocciati, quelle che seguono sono osservazioni su quanto fatto vedere fino ad ora da alcuni dei giocatori della Draft Class 2018.

Luka Doncic (Dallas Mavs)

Il successo dello sloveno è tale che persino LeBron James ha incluso il suo nome in una lista di star con cui chiunque vorrebbe giocare.
In breve tempo, complice anche il problema al gomito di Dennis Smith jr, Carlisle gli ha consegnato le chiavi del team e lui ha risposto aggiornando a ripetizione tutti i suoi career high:

La mappa di tiro indica le sue conclusioni nelle ultime 10 partite (dati al 30/12), buone per 24.2 punti, 5.9 rimbalzi e 6.9 assist, con il 45% dal campo, il 37% da tre ed il 71% ai liberi, su quasi 10 viaggi in lunetta per game.
Un talento unico, che in Carlisle ha trovato un cicerone ideale per aiutarlo a capire ogni sfaccettatura della lega, per individuare la strada migliore per farsi largo. È solo questione di tempo.
Per chi lo aveva seguito negli ultimi anni non è una sorpresa, ora lo sanno anche gli americani…

DeAndre Ayton (Phoenix Suns)

Confronto ingeneroso con Doncic a parte, Ayton sta confermando sul campo quelle doti che hanno convinto Phoenix a sceglierlo al n.1:

Giocatori NBA più efficienti al ferro, nba.com

Fisico e atletismo, uniti a coordinazione e a un ottimo tocco, ne fanno uno dei volume-scorer più efficienti in area, ed un vero e proprio falco in situazioni di rimbalzo d’attacco. Dati notevoli, ancor di più se pensiamo che in  pratica deve ancora giocare con un playmaker degno di questo nome. L’intesa con Booker almeno in campo sembra progredire, con il figlio di Melvin che dal rientro in campo dopo l’ultimo infortunio sembra decisamente più coinvolto come regista.
Anche in difesa le cose vanno più o meno come previsto, ovvero male. Non per questo bisogna disperare, Ayton è giovanissimo e può solo migliorare, l’arte della difesa in NBA – soprattutto in questa NBA– non è per niente semplice, specialmente per un centro.
I mezzi non gli mancano, quello che non sappiamo è se avrà o meno il mindset giusto per sfruttarli al meglio.

 

Jaren Jackson Jr (Memphis Grizzlies)

Premessa necessaria: Chi Vi scrive ha decisamente un debole per JJJ.

“His mind-set is to never be satisfied, look up and tell me if you see a ceiling

Le parole del suo compagno di reparto Marc Gasol descrivono benissimo la sensazione che si prova guardando questo diciannovenne muoversi sul parquet.
Pur giocando prevalentemente da power forward, non il suo ruolo ideale, Jackson Jr sta già premiando i Grizzlies per aver puntato su di lui.
Attacca sia fronte che spalle a canestro, abilissimo a buttarsi negli spazi che la difesa concede per ‘attenzionare’ le due star del team, ha anche carattere da vendere:

Nella sua metà campo è già una piovra, in grado di spaziare sui 28 metri e di tenere senza problemi  i cambi sui piccoli. Il suo futuro è da centro, ma di certo non gli faranno male queste stagioni di università di fianco a Gasol. Anche perché nei poco più di 600 minuti che i due hanno condiviso sul parquet i Grizzlies hanno concesso la miseria di 95 punti x 100 possessi. Nessuna coppia di big man titolari ha dati migliori nella propria metà campo

 

Wendell Carter Jr (Chicago Bulls)

Altro ottimo difensore, meno agile ma più possente di JJJ, non molla mai l’azione e non ha paura dei contatti. Allenarsi con un falegname come Robin Lopez sicuramente è un plus, ma non è nel contesto ideale per mostrare le sue doti offensive, che comprendono un discreto jumper. I tanti minuti in campo saranno comunque ottimi per la sua maturazione, e per affinare l’intesa con Markkanen. I flash visti finora sono più che promettenti e anche la testa sembrerebbe di quelle giuste. Ottima presa dei Bulls

 

Kevin Knox (New York Knicks)

Non è ancora la superstar che molti credevano fosse dopo averlo visto a Las Vegas, ma neanche il giocatore spaurito della primissima parte di stagione. Fizdale ha usato prima il bastone e poi la carota, il risultato è una progressione abbastanza promettente:

Talento tecnico e fisico innegabile, a Kentucky non aveva convinto fino in fondo per qualche limite caratteriale, e ci può stare visto che parliamo di un diciannovenne. Da plasmare, ma sulla sua crescita Fizdale si gioca un bel pezzo del progetto.

 

Rodions Kurucs (Brooklyn Nets)

Chiudiamo con la seconda scelta dei Nets, protagonista a sorpresa della recente serie positiva del suo team. Decisamente frustrato dopo gli anni da ‘nascosto’ al Barcellona, Kurucs ha trasformato la rabbia in energia ed è riuscito ad approfittare di qualche infortunio per farsi largo nella rotazione di Atkinson. Il coach ne ha elogiato a più riprese atteggiamento e versatilità, Kurucs offre una dimensione fisica e atletica che manca agli altri esterni. Anche qui elogi a Marks, che lo ha scelto e poi firmato per 4 anni a circa 7 milioni totali, contratto superiore a quelli standard riservati alle seconde scelte.

 

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