Virtus fuori dai Playoff di EuroLeague, ma la strada tracciata è giusta

136
Virtus
Foto Savino Paolella

Nella serata di ieri, la Virtus Bologna non è riuscita a superare il Baskonia uscendo sconfitta da Vitoria e dai Play-In di Eurolega. Una partita che sicuramente lascia dell’amaro in bocca ai bianconeri, arrivati a una sola vittoria dal guadagnarsi i Playoff contro il Real Madrid. Senza macchiare, tuttavia, il percorso effettuato dalla squadra di Banchi in questa stagione europea.

A Settembre 2023, in pochi infatti avrebbero sperato in un rendimento come quello che la Virtus ha tenuto nei primi mesi di Eurolega. I bianconeri hanno chiuso il girone d’andata con un ottimo record di 12 vittorie e 5 sconfitte, assaporando addirittura il fattore campo in ottica Playoff di Eurolega. Le partite del girone di ritorno, tuttavia, hanno fatto ricadere Bologna nella realtà dei fatti, con delle prestazioni che per forza di cose sono calate. Il bilancio della seconda parte di stagione infatti ha recitato uno speculare 5-12, costringendo la squadra di Banchi a ridimensionare i proprio obiettivi e a giocarsi tutto in due partite molto complicate ai Play-In.

Nel tentativo di trarre conclusioni da questa stagione europea della Virtus, quindi, bisogna tenere conto per forza di cose di queste due facce mostrate. Capirne i motivi e andare ad operare in estate, per costruire sulle ottime basi poste, sarà il prossimo obiettivo. Dopo l’addio di Scariolo le ambizioni dei bianconeri sembravano essere in bilico, ma con Luca Banchi ora sembrano più rilanciate che mai. Il coach della Lettonia ha dato una chiara identità alla sua squadra, riuscendo dove i bianconeri avevano fallito nella stagione precedente. Entrato in sordina e senza stravolgere i meccanismi del roster, Banchi ha esaltato il materiale a sua disposizione. I vari Shengelia, Belinelli, Cordinier hanno raggiunto apici di rendimento altissimi, dimostrando come l’ex allenatore di Salisburgo fosse riuscito a mettere tutti sulla stessa linea d’onda.

L’identità costruita da Banchi ha condotto i suoi verso alcune vittorie che fino a poco tempo prima sarebbero sembrate insperate. Le gioie contro il Partizan a Belgrado, in casa contro il Barcellona e non ultima quella ad Istanbul contro l’Efes rimarranno tra gli highlights di una stagione comunque emblematica per i bianconeri. Prestazioni ottenute grazie all’efficacia prima di tutto difensiva di Bologna, che nei momenti più importanti ha dimostrato di avere tutte le armi a disposizioni per soffocare gli avversari.

L’altro lato della medaglia ha invece mostrato una Virtus ancora carente sotto diversi punti di vista. Soprattutto a livello di costruzione del roster, in cui rimangono lacune evidenti in ottica europea e che in estate si proveranno a colmare. Il pacchetto playmaker, l’età di alcune tra le proprie pedine più importanti, un giocatore in grado di creare a giochi rotti nel caso Lundberg non dovesse rimanere. Questi e tanti altri saranno i temi da affrontare, seguendo ovviamente le indicazioni di Banchi. Il coach bianconero per la prima volta si troverà pienamente in mano le capacità di costruire il roster a sua immagine e somiglianza. Il budget della Segafredo non avrà la stessa portata di altre superpotenze, ma con il giusto equilibrio tra scommesse e certezze potrà sicuramente dire la propria.

Etichettare la stagione della Virtus come un flop o come un pieno successo sarebbe sbagliato. La posizione più giusta è, forse, quella di pensare a questa annata come il gradino necessario che i bianconeri dovevano compiere. Uno step intermedio del proprio percorso di crescita, ma fondamentale per iniziare a costruire un nuovo progetto partendo da ottime basi. Le prestazioni dei primi mesi di Eurolega avrebbero fatto sperare in un esito diverso. E forse del rammarico rimane per tante piccole occasioni perse nella seconda parte dell’anno. Ma la strada tracciata è senza molti dubbi quella giusta, e i tifosi bolognesi possono guardare al futuro con speranze fondate.