Osvaldas Olisevicius: il killer di Vilnius

213

La tripla di Cinciarini. Le rubate di Crawford. I jumper dalla media di Hopkins. Immagini finali di serate sicuramente non esaltanti per gli uomini di Caja. Chi continuamente battezzato al tiro dalla lunga dalla difesa di Davis, chi alle prese con la tecnica di attaccanti malefici come Banks e Delia e il lavoro a punire i cambi difensivi di Grazulis. Una partita apparentemente scialba per Reggio Emilia. Eppure arriva una vittoria. Tutt’altro che banale. Lo scalpo è quello della terza forza del campionato, col roster al completo, a casa propria. Vero: Trieste è arrivata con energie fisiche e mentali al lumicino nel finale di partita, presumibilmente appagata dall’aver raggiunto l’obiettivo della Final 8 di Pesaro prima della palla a due. Ma l’affermazione degli uomini dell’Artiglio ripropone prepotentemente Reggio Emilia in lizza per gli ultimi biglietti per la Vitrifrigo Arena. In attesa della decisiva sfida contro Varese nel prossimo fine settimana, il referto rosa è di vitale importanza per l’economia del campionato dell’UnaHotels. Come spiegarla, allora, se tre degli uomini cardine del quintetto hanno vissuto certamente una sera non scintillante? Un nome e un cognome. Osvaldas Olisevicius.

Nel supplementare, gli highlights non lo vedono tra i principali protagonisti. Ma il resto della partita è tutta un’altra storia. Se Reggio è potuta arrivare a giocarsi la posta in palio sino agli ultimi secondi di gioco, lo deve principalmente alla lucidità e all’efficienza del lituano. Senza di lui, la scialuppa di Caja sarebbe affondata dopo l’allungo di inizio quarto quarto firmato dalle bombe di Mian e Cavaliero. Trieste, invece, non si è mai scrollata di dosso il quintetto emiliano. Per colpa o per merito (dipende da quale sponda biancorossa state) di Olisevicius. Le statistiche parlano da sé. 29 punti in 34’. 7/9 da 2. 4/6 da 3. 3/3 ai liberi, in una serata nella quale Reggio Emilia supera di poco il 50% (chiedere ad Arturs Strautins per ulteriori delucidazioni…). +12 di plus minus, in una partita conclusasi all’overtime. Bomber spietato e killer silenzioso, il #31 ha fornito l’ennesima prestazione di livello di un campionato sorprendente. Almeno se si considerano le premesse e le aspettative di partenza. Anche se qualcuno ci aveva visto lungo…

Il curriculum annovera esperienza in Lituania e Germania, l’ultima delle quali al Bayreuth. Non di certo squadroni di livello internazionale. La carta d’identità segna 10 gennaio 1993. Non più di primissimo pelo: un’ala navigata ed esperta, per quanto i numeri della carriera non abbiano mai fatto saltare nessuno dalla sedia. L’acquisto in estate fa poco rumore, pochissimo. Passa quasi inosservato, coperto dal ritorno di capitan Andrea Cinciarini e dalle firme degli americani. Non una presenza in nazionale maggiore. Osvaldas Olisevicius sembra il classico acquisto che, nel giro di un paio di mesi, fa discutere l’operato dei gm nostrani. Ma davvero vale la pena occupare uno slot da straniero quando, a cifre simili, si sarebbe potuto dare spazio a un talento di casa nostra, magari proveniente dalle giovanili? Nel suo caso, rispondere oggi è sin troppo facile.

L’esordio con la Lituania nella finestra di novembre è solo uno dei simboli della stagione di Osvaldas Olisevicius. La cura Caja si rivela, per l’ennesima volta, una delle più impattanti nei casi in cui il giocatore si dimostra ricettivo e assorbente. Nonostante una stazza e un profilo fisico-atletico non devastanti, alcune prestazioni dell’esterno di Vilnius sono di rara bellezza. Mai una prestazione realizzativa in singola cifra, i 29 contro Trieste sono il manifesto della funzionalità del numero 31 nel sistema di Attilio Caja. Ieri sera, in alcuni possesso a cavallo tra terzo e quarto quarto si percepiva la netta sensazione che la palla, una volta lasciati i polpastrelli di Osvaldas, non potesse far altro che entrare. Come se fosse attratta magneticamente dal fondo della retina. Un arsenale completo: triple in uscita dai blocchi, tiri dal midrange, tagli profondi a punire le letture della difesa di coach Ciani, movimenti in post sfruttando i cambi di Trieste. Si parla troppo poco di Osvaldas Olisevicius? Probabilmente sì. E, colpevolmente, potrà accadere anche questa volta. Fanno più rumore la doppia doppia da 50 di valutazione di Parks o la sconfitta dell’Olimpia a Pesaro. E i 29 di Olisevicius finiscono lì, nel dimenticatoio. Non che a Caja o al lituano dispiaccia. Più si lavora nell’ombra e nel silenzio, più la luce del palcoscenico sarà abbagliante.

Pubblicità

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui